Anteprima di "Le Chiavi del Sapere 2" Appello all’umanità contemporanea

Anteprima di “Le Chiavi del Sapere 2” Appello all’umanità contemporanea

Anteprima di “Le Chiavi del Sapere 2”

Appello all’umanità contemporanea 

illustrazioni di Riccardo Passoli

1 Premessa

Caro lettore,
il saggio che hai fra le mani fa seguito all’opera intitolata Le Chiavi del Sapere. Come lo spirito plasma la materia, in cui ho cercato di esporre in maniera sintetica i princìpi della metafisica universale e le risposte che i maestri spirituali hanno dato alle «Grandi Domande».

Ormai sappiamo che tutto ciò che esiste nell’universo (in questo e in qualsiasi altro universo) è costituito di Sostanza universale, cioè di quella sostanza che è materia al suo stato più denso e spirito al suo stato più rarefatto, il cui spettro va dal qualitativo al quantitativo, dallo spirituale al materiale, dall’astratto al concreto.

Sappiamo che il mondo fisico deriva dal mondo metafisico come il ghiaccio deriva dall’acqua, perché la materia è una cristallizzazione dello spirito: il mondo che ci circonda è dunque la cristallizzazione nello spazio-tempo materiale e quantitativo di un mondo spirituale astratto e qualitativo.

Quanto alle modalità con cui il secondo influenza costantemente il primo, abbiamo espresso e approfondito il princìpio seguente:

lo spirito influenza la materia con una forza che è inversamente proporzionale alla densità della materia.

Nelle Chiavi del Sapere abbiamo applicato questo princìpio in vari ambiti, avendo cura di illustrare il modo in cui esso si estrinseca sui vari piani, ai differenti livelli di densità della materia.

Questa «legge» fa luce su molti enigmi ancora insoluti dell’esoterismo e consente di spiegare le contraddizioni della fisiognomia, i successi e i fallimenti della medicina psicosomatica e, più in generale, i rapporti che legano il mondo fisico a quello metafisico.

Inerente alla densità della materia e ai suoi tempi di reazione nel suo essere plasmata dallo spirito, il princìpio che abbiamo esposto ha infatti implicazioni importanti nella comprensione dei meccanismi che regolano la formazione e il mantenimento del corpo fisico, nella sua estetica e nella sua fisiologia, nonché l’esperienza in senso lato, gli eventi che accadono in quello che, un po’ a torto e un po’ a ragione, viene chiamato il «mondo esteriore».

Esso definisce non solo il grado di reattività della materia ma anche la sua vitalità, perché, oltre a misurare potenzialmente la forza con cui lo spirito altera la materia, consente di determinare per sommi capi anche la vita intrinseca di quest’ultima.

Infatti la materia, che è spirito cristallizzato, è tanto più viva quanto più è in grado di rispondere agli stimoli che le vengono forniti dallo spirito (cioè quanto più è rarefatta), ed è tanto più morta quanto meno è reattiva a quegli stimoli (cioè quanto più è densa).

In altre parole la rispondenza della materia allo spirito è la misura della sua vitalità – solo, il rapporto è inverso. Il grado di vitalità della materia è legato alla sua malleabilità, cioè alla sua capacità di assecondare lo spirito nei suoi mutamenti, che a sua volta è legata alla densità della materia stessa.

Per esempio, nella realtà materiale, dove la materia è più densa e alquanto inerte, la vitalità della materia è piuttosto bassa.

Nella realtà onirica è più alta, perché la materia di cui è composta la realtà che ci circonda in sogno (mondo astrale) è rarefatta e asseconda rapidamente le fluttuazioni della psiche. Ergo, la materia astrale (o psichica) è più «viva» della materia fisica.

A mano a mano che la materia diviene più rarefatta (teniamo a mente che non si tratta di materia in senso stretto ma di «Sostanza universale»), essa si fa sempre più indeterminata, sempre più soggettiva (e meno oggettiva) e dunque sempre più legata alla psiche – ecco perché, secondo la fisica quantistica, l’osservatore non può fare a meno di influenzare le particelle di livello subatomico.

Ciò che i nostri scienziati non hanno ancora afferrato (e i maestri spirituali invece sì) è appunto questa continuità fra spirito e materia, il loro essere stati differenti – ciascuno soggetto alle sue proprie leggi – della medesima Sostanza universale il cui spettro va dal qualitativo al quantitativo, oltreché dal rarefatto al denso, e dunque dallo spirituale al materiale, come se per manifestarsi nello spazio-tempo fisico la Sostanza universale si condensasse viepiù e da astratta, qualitativa, indeterminata e spirituale divenisse sempre più concreta, quantitativa, determinata e materiale.

La scienza si ostina a tener conto solo di questo secondo aspetto, il solo aspetto che è misurabile proprio per la sua connotazione concreta e quantitativa, ed è per questo che non riesce a fornire risposte esaurienti alle «Grandi domande».

Finché la scienza non scollinerà dalla fisica alla metafisica (ma allora la si potrà ancora chiamare «scienza»?), essa non potrà comprendere la natura profonda della realtà, ma solo la «crosta», la sua parte più superficiale, che è densa e oggettiva e pertanto misurabile. In altre parole, scienza e filosofia, fisica e metafisica si dovranno alfine fondere se si vorrà dare risposte convincenti agli interrogativi sempre più pressanti che oggi si pongono.

La metafisica

La metafisica è quella scienza che include non soltanto il mondo fisico oggettivo, ma anche ciò che si trova al di là di esso e da cui esso deriva come il ghiaccio deriva dall’acqua (Steiner), cioè il mondo metafisico soggettivo.

Se il mondo fisico viene percepito come qualcosa che esiste di per sé, indipendentemente dal mondo metafisico soggettivo, cioè dal soggetto e dai suoi moti psichici e animici, è solamente a causa dell’inerzia e dell’apparente staticità delle sue forme, caratteristiche che ha assunto a causa dell’elevato grado di densità della materia di cui è costituito.

All’interno del mondo metafisico soggettivo abbiamo distinto alcune fasce di densità che abbiamo chiamato «mondo astrale» o «psichico» e «mondo degli archetipi» o «mondo causale».

Inoltre, c’è il mondo «divino» che si trova al di là non solo del mondo fisico ma anche del mondo metafisico e che in realtà non è nemmeno un mondo, bensì l’Uno, quel livello di esistenza unitario e inscindibile in cui non sussiste alcuna differenziazione.

In sintesi, la materia densa e quantitativa è sempre una cristallizzazione della materia più rarefatta e qualitativa, o più precisamente: la materia archetipica si cristallizza nella materia psichica o astrale, e poi la materia psichica si cristallizza nella materia fisica.

Pur essendo sempre la materia più densa una cristallizzazione della materia più rarefatta, la seconda incontra una resistenza nel modellare la prima a causa dell’elevata densità di quest’ultima.

Nell’uomo, la materia più rarefatta (la psiche e, più in là, l’anima, ossia ciò che possiamo chiamare «interiorità») modella costantemente la materia più densa (il nostro corpo e il mondo fisico che ci circonda), ma lo fa con una forza che è inversamente proporzionale alla densità di quest’ultima, ed essendo molto densa la materia di cui sono costituiti il corpo fisico e il mondo materiale, l’interiorità li modella molto lentamente, sebbene incessantemente.

I cambiamenti che divengono visibili nel corso degli anni nelle fisionomie delle persone, al pari di quelli che hanno luogo nella realtà che le circonda, sono legati ai cambiamenti che hanno luogo nella loro interiorità – impiegano solo più tempo a cristallizzarsi sul piano fisico a causa della elevata densità della materia di cui detto piano è composto.

L’intera nostra realtà si forma in primo luogo sul piano spirituale. Condensandosi viepiù, parte di ciò che è spirituale e astratto diviene materiale e tangibile, e in seno a questa «condensazione» prendono piede le «leggi» peculiari alla materia densa – per esempio quelle della fisica e della fisiologia umana.

Infatti, a causa della sua elevata densità il mondo fisico ha acquisito una certa misura di autodeterminazione, di autonomia nei confronti del mondo metafisico da cui deriva.

Questa certa misura di autodeterminazione dà luogo alla possibilità che accadano eventi che iniziano e finiscono sul piano fisico e che quindi non sono cristallizzazioni di fenomeni che si verificano sui piani più sottili.

In altre parole, l’elevata densità della materia sul piano fisico conferisce a quel piano una certa misura di autodeterminazione e di autonomia rispetto al piano psichico che lo precede in termini di densità e di cui il piano fisico rimane una cristallizzazione.

Noi scambiamo quella certa misura di autodeterminazione e di autonomia posseduta dal piano fisico per un’indipendenza assoluta di quel piano nei confronti del piano psichico (e di quello archetipico o animico), cioè per un’indipendenza assoluta del mondo che ci circonda rispetto alla nostra interiorità, e finiamo per convincerci che quel mondo non abbia nulla a che fare con ciò che pensiamo e proviamo, ma di tanto in tanto una sincronicità (io la chiamo riverbero), e cioè una corrispondenza fra la nostra interiorità e il mondo esteriore, mette in crisi questa nostra convinzione, questa nostra illusione, suggerendoci che il mondo fisico che ci circonda non sia poi affatto indipendente dalla nostra interiorità.

Salvezza = Consapevolezza

Il punto è che la filosofia, in particolare quella esoterica o tradizionale, tendente a reintegrare l’elemento spirituale nell’equazione esistenziale e nell’attuale povera visione del mondo, non è qualcosa di ozioso o di speculativo: al contrario è estremamente utile, e potrebbe redimere il mondo moderno dai suoi molteplici errori se solo venisse applicata con coscienza alla vita quotidiana e ai nostri processi di pensiero.

Perché questa conoscenza costituisce una visione più profonda e corretta della realtà che ci circonda rispetto alla concezione materialistica «mutilata» degli aspetti spirituali, veri generatori degli aspetti fisici della realtà. Essa può pertanto rettificare il nostro pensare, il nostro teorizzare adulterato da una visione parziale, incompleta dell’esistenza.

La reintegrazione dell’elemento spirituale nella attuale visione del mondo costituisce l’unica via di salvezza e di consapevolezza per l’umanità fuorviata e stremata dell’età oscura.

Le Chiavi del Sapere 2

2 Specchietto riassuntivo dei concetti principali

Spirito e materia non sono due sostanze differenti ma «stati» differenti della Sostanza di cui ogni cosa è composta, la Sostanza universale.

Tutto ciò che esiste è costituito di questa Sostanza universale, che non è né materia né spirito ma che potenzialmente è entrambe le cose: essa infatti è materia al suo stato più denso e spirito al suo stato più rarefatto; lo spettro delle sue modalità di esistenza va dal qualitativo al quantitativo, dallo spirituale al materiale, dall’astratto al concreto.

Il mondo fisico deriva dal mondo metafisico come il ghiaccio deriva dall’acqua, giacché la materia è una cristallizzazione dello spirito: il mondo che ci circonda è dunque la cristallizzazione nello spazio-tempo materiale e quantitativo di un mondo spirituale astratto e qualitativo.

I livelli più densi e quantitativi sono sempre le cristallizzazioni dei livelli più rarefatti e qualitativi. Gli astratti stati archetipici, puramente qualitativi e universali, si cristallizzano nei mondi immaginifici psichici, i quali a loro volta si cristallizzano nelle forme fisiche individuali.

Dunque la fisica nasce nella metafisica. La materia nasce dallo spirito e nello spirito.

Lo spirito altera costantemente la materia, ma la materia oppone allo spirito una forza che è direttamente proporzionale alla sua densità e che si manifesta come inerzia, come ottusità e rigidità delle forme. Dunque si può dire che lo spirito influenza la materia con una forza che è inversamente proporzionale alla densità della materia.

Il mondo fisico viene percepito come qualcosa che sembra indipendente dal soggetto e dalla sua interiorità solamente a causa dell’inerzia e dell’apparente staticità delle sue forme, caratteristiche dovute all’elevato grado di densità della materia di cui il mondo fisico è costituito. La staticità delle forme fisiche è tuttavia solo apparente: esse vengono modellate dallo spirito incessantemente sebbene impercettibilmente.

Se il mondo materiale deriva dal mondo spirituale come il ghiaccio deriva dall’acqua, le forme materiali del corpo dell’essere umano (fisiologia e fisionomia) e del mondo che lo circonda (ambiente) non possono che corrispondere al nostro essere spirituale (archetipico e psichico) e al nostro «mondo interiore».

A causa della sua elevata densità e della conseguente inerzia delle sue forme, il mondo fisico ha acquisito una certa misura di autodeterminazione e di autonomia nei confronti del mondo metafisico. Questa certa misura di autodeterminazione dà luogo alla possibilità che accadano eventi che iniziano e finiscono sul piano fisico e che quindi non sono cristallizzazioni di eventi che accadono sui piani più sottili.

La nostra interiorità (pensiero, emotività e immaginazione) modella incessantemente il mondo fisico che ci circonda e il nostro corpo nella sua fisionomia e nella sua fisiologia, anche se la sua azione è lenta giacché è ostacolata dall’inerzia della materia densa.

In generale la materia, che è spirito cristallizzato, è tanto più viva quanto più è reattiva agli stimoli che le vengono forniti dallo spirito (cioè quanto più è rarefatta), ed è tanto più morta quanto meno è reattiva a quegli stimoli (cioè quanto più è densa).

In altre parole, il grado di vitalità della materia corrisponde alla sua capacità di assecondare lo spirito nei suoi mutamenti. Esso è inversamente proporzionale al grado di densità della materia sul piano considerato. Più è elevata la densità della materia, meno elevata è la sua vitalità. All’opposto, quanto meno densa è la materia, tanto più è viva e reattiva agli stimoli emanati dallo spirito.

I princìpi metafisici che abbiamo enunciato fino qui sono così importanti perché vengono prima di tutto il resto, prima delle leggi della fisica, prima dei princìpi della fisiologia umana, prima degli enunciati scientifici.

Proprio così, perfino le insindacabili leggi della fisica, che i nostri scienziati considerano come degli assoluti a sé stanti, debbono la propria esistenza alle più vaste leggi metafisiche nel grembo delle quali sono venute alla luce.

La fisica nasce nella culla della metafisica: nella seconda trova la sua ragion d’essere la prima – questo dobbiamo farci entrare in testa.

Finora molti meccanismi non sono stati compresi per il semplice fatto che la scienza esclude dal proprio ambito quella parte spirituale della realtà che si sottrae all’esperimento in quanto è astratta e qualitativa e che tuttavia rappresenta il fondamento metafisico di quella parte della realtà che possiamo vedere e toccare.

Senza la conoscenza di questi princìpi, i «grandi interrogativi» non possono che rimanere senza risposta e l’uomo può conoscere solo le leggi più superficiali della Creazione, quelle che chiama «leggi naturali», ignorando il gruppo più vasto di leggi, anch’esse naturali, all’interno del quale le prime si sono formate: vale a dire il gruppo delle leggi metafisiche.

Perché l’oggettivo nasce in seno al soggettivo. L’oggettivo è il soggettivo cristallizzato che ha acquisito un certo margine di autodeterminazione (e dunque leggi proprie) in conseguenza della elevata densità della materia di cui è composto. Il nostro mondo fisico, con le sue leggi più o meno ferree, è come un’isola di materia densa, soggetta alle sue proprie leggi, che galleggia in un mare di materia più rarefatta, mobile e volatile – tale è la sottile materia psichica o astrale – soggetta ad altre leggi.

A sua volta, il mondo psichico o astrale è un coagulo che fluttua nell’astratto e ineffabile «spazio» del mondo archetipico o causale, soggetto ad altre leggi ancora.

Il materialismo

Il materialismo è l’ostinato aggrapparsi dell’intellettualità a quella certa misura di autonomia che la realtà fisica «esteriore» ha acquisito nei confronti della realtà spirituale e psichica «interiore» in conseguenza della propria elevata densità, trascurando di considerare che il mondo materiale è una cristallizzazione del mondo psichico, il quale a sua volta è una cristallizzazione del mondo spirituale.

Il problema di fondo del Kali Yuga

Il problema di fondo del Kali Yuga o «Età oscura» è che l’uomo vede e percepisce solo una parte di sé stesso e del mondo che lo circonda, quella materiale, dimenticando lo spirito di cui quella parte non è che una cristallizzazione nello spazio-tempo fisico. Da questa percezione parziale e incompleta della realtà è derivata, a cascata, tutta una serie di errori di valutazione e di comportamento che ci ha condotti sull’orlo del baratro.

Tutti i mali derivano infatti da questo ostinato considerarsi dell’essere umano solo in termini fisici, disconoscendo lo spirito, cioè il mondo interiore psichico e archetipico di cui l’essere umano è una cristallizzazione sul piano fisico.

Tale attitudine è per così dire congenita all’Età oscura, dunque in una certa misura inevitabile: ma l’ego che disconosce l’anima e vive come se non avesse nulla a che fare con essa (pur essendo e rimanendo una cristallizzazione di quest’ultima) taglia i ponti con quella che è la fonte della sua stessa energia, destinandosi alla sofferenza e, alla lunga, firmando la propria condanna a morte.

Questa concezione incompleta dell’esistenza è la causa di tutti i problemi che ci attanagliano sul piano personale, sociale, politico, culturale, economico, medico e così via. Essa ha condotto l’umanità in un vicolo cieco e l’unica possibilità che abbiamo è di espanderla fino a includere lo spirito e gli aspetti qualitativi dell’esistenza, vere cause degli attributi quantitativi e materici.

Recuperando la consapevolezza dello spirito, cioè della qualità, reinserendo questo fattore fondamentale nell’equazione, è possibile rettificare il nostro pensare, il nostro teorizzare… e di conseguenza anche il nostro vivere.


Pier Francesco GrasselliPier Francesco Grasselli

Scrittore, poeta e studioso di esoterismo, nella sua carriera Pier Francesco Grasselli ha pubblicato oltre venti volumi. Tra le opere “esoteriche”, oltre al romanzo iniziatico “Leonardo cuoco” (Edizioni OM, 2021) e al saggio illustrato “Le Chiavi del Sapere. Come lo spirito plasma la materia“(Gruppo Macro, 2022), ricordiamo la raccolta di racconti “Uno scrittore all’inferno… e altre avventure di Raimondo Spallanzani” (2019), il romanzo fantastico “La musa” (Edizioni Pendragon 2021) e l’opus magnum autobiografico, anch’esso illustrato e suddiviso in cinque volumi, “La Ricerca di Sé stessi”.


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