Sono trascorsi quasi trent’anni dalla sua scomparsa terrena, ma l’interesse per la personalità di Gustavo Adolfo Rol è in costante crescita. Gustavo Adolfo Rol definiva i suoi prodigiosi fenomeni (ad es. il controllo della materia, la lettura dei libri a distanza, la levitazione, viaggi nel tempo, etc) come “possibilità alla portata di tutti”… purché si entri in un particolare stato di coscienza: la coscienza sublime.
I viaggi nel tempo sono davvero possibili ed alla portata di tutti?
Cos’è la coscienza sublime?
Gustavo Rol affermava che “tutti i fenomeni di cui era capace erano possibilità provenienti dallo spirito intelligente”. E precisava: “lo spirito intelligente non è l’anima – soffio divino che alla morte si libera del corpo e torna a Dio – ma è quel qualcosa di particolare che rimane sulla Terra, comprendente funzioni e pensiero, dell’individuo”.
Il famoso sensitivo di Torino, infatti, sosteneva che ogni cosa animata o inanimata possiede uno suo spirito: nell’uomo tale spirito prende l’attributo di “intelligente” grazie alle caratteristiche della sua coscienza.
Lo spirito è dunque presente sempre: sia durante l’esistenza della cosa, o della vita dell’essere umano, sia successivamente alla sua distruzione, ovvero morte.
Raggiunto lo stato della “coscienza sublime”, secondo Rol, si può entrare in questa dimensione nascosta dello spirito e quindi “tutto diventa possibile”.
Una prima assunzione che sembra ragionevole nello studio di questi fenomeni è ritenere che lo studio della coscienza sia un argomento chiave per comprendere, anche scientificamente, la straordinaria fenomenologia di cui era capace Gustavo Rol.
Oggi le conoscenze della Teoria Quantistica dei Campi, che è alla base del Modello Standard della Fisica Quantistica, integrate con le conoscenze più profonde della psiche, possono condurre verso la comprensione delle dinamiche biologiche della vita e della coscienza anche gli stati più espansi.
Il presupposto fondamentale da cui partire è l’ampliamento del paradigma scientifico affinché esso possa cogliere anche l’unicità probabilistica dei fenomeni quantistici e quindi delle dinamiche della vita e della coscienza.
Inoltre, le sinergie con la psicologia, ad esempio di C.G. Jung, ma anche il nostro Roberto Assaggioli, sono essenziali per una comprensione più estesa delle potenzialità umane.
Senza dubbio Gustavo Rol è stato un laboratorio vivente di straordinarie potenzialità umane, comprensibili a patto di superare le limitazioni dell’attuale paradigma scientifico: J.W. van Gothe affermava che “l’uomo è il maggiore e il più preciso strumento di fisica che possa esistere”.
In effetti, è evidente che l’unicità, la complessità della vita (lontana dall’equilibrio termodinamico) e le dinamiche della coscienza trascendono la classica ripetibilità sperimentale.
E. Majorana sosteneva che nei fenomeni quantistici c’è un valore “inquietante, cioè lontano dalle normali metriche scientifiche”. Si pensi al decadimento di un atomo radioattivo: esso non presenta alcuna ripetibilità: “è un fatto semplice, ed imprevedibile, che avviene improvvisamente e isolatamente“. Lo stesso è ipotizzabile per la coscienza, profondamente radicata nella vita, e governata da eventi quantistici vitali parimenti “semplici, invisibili ed imprevedibili” come sosteneva E. Majorana.
La Coscienza Sublime e l’Immaginazione Attiva di C.G. Jung
Gustavo Rol sosteneva che “quando si entra nella sfera della coscienza sublime, tutto diventa possibile”.
La coscienza sublime potrebbe essere interpretata come uno stato di coscienza espansa capace di trascendere i limiti dello spazio-tempo e quindi capace di abilitare l’accesso alla dimensione dello Spirito.
In Oriente questo potrebbe probabilmente essere interpretato come il risveglio della Kundalini. Kundalini è un termine della lingua sanscrita adottato originariamente in alcuni testi delle tradizioni tantriche per indicare quell’energia divina che si ritiene risiedere in forma quiescente in ogni individuo e risvegliata la quale si manifestano capacità straordinarie, analoghe a quelle manifestate da Gustavo Rol.
In Occidente, probabilmente, questo trova una certa assonanza con quanto sosteneva anche C.G. Jung: “sono semplicemente convinto che qualche parte del Sé o dell’Anima dell’uomo non sia soggetta alle leggi dello spazio e del tempo”. Si entra nella dimensione dell’immaginazione attiva.
C.G. Jung sperimentò (dal 1913) un’originale tecnica per raggiugere lo stato di immaginazione attiva: preceduta da esercizi di svuotamento della coscienza, che richiamano molto quelli dello Yoga hindu e buddhista, la tecnica consisteva “nell’evocare di proposito una fantasia in stato di veglia, per poi addentrarsi in essa come se si trattasse di una rappresentazione teatrale”.
L’immaginazione attiva mira a dare forma tangibile alle immagini dell’inconscio attraverso la mediazione della coscienza sosteneva C.G. Jung e la descriveva così:
“Si fissa un’immagine, concentrando su di essa tutta la propria attenzione. Di solito si trasforma, perché il semplice fatto di averla presa in considerazione è sufficiente ad animarla. (…) Si sviluppa quindi tutta una serie di fantasie…: il semplice processo passivo si tramuta in azione”.
Interessante anche la posizione di R. Assaggioli:
nell’uomo oltre all’inconscio c’è un super-conscio, ovvero una sfera più alta della psiche, in cui hanno sede gli aspetti cosiddetti “superiori” dell’uomo, come potenzialità della natura umana: l’intuizione, l’ispirazione, lo slancio altruistico, la percezione di una realtà superiore, il senso di compartecipazione con una realtà che trascende la dimensione individuale…
Dal punto di vista della Fisica moderna, lo sviluppo della Kundalini, o l’ingresso nello stato di immaginazione creativa definito da C. G. Jung, o del super-conscio di R. Assaggioli potrebbe essere visto l’accesso alla dimensione dello spazio-tempo immaginario (in questo caso l’attributo immaginario si riferisce alla matematica dei numeri immaginari, non all’immaginazione).
I numeri immaginari hanno una storia poco conosciuta ma costituiscono uno strumento della fisica molto affascinante e ricco di applicazioni: per approfondimenti si rimanda a letture specifiche.
Cos’è Spazio-Tempo per la Fisica?
Il concetto di tempo è cambiato profondamente negli ultimi cento anni. Ai tempi di I. Newton (fine 1600) lo spazio ed il tempo sono due entità universali, distinte ed assolute. Queste concezioni dominarono la fisica e la cultura scientifica fino almeno al 1905, quando A. Einstein pubblicò la teoria della Relatività Speciale.
Con A. Einstein lo spazio ed il tempo diventarono relativi ed elastici: si parla, infatti, di dilatazione del tempo e di contrazione delle lunghezze spaziali. Dunque, spazio e tempo si fondono a formare una unica entità, a quattro dimensioni, tre spaziali ed un temporale.
Nel 1915 la Relatività Generale portò l’affermarsi di una rivoluzione ancor più grande: la gravità non è semplicemente una forza che agisce a distanza tra due corpi dotati di massa: essa va vista come una deformazione geometrica dello spazio-tempo dovuta alla presenza di masse.
Ad esempio: il tempo scorre più velocemente in montagna (più lontani dal centro della terra, sento meno l’effetto della gravità) e più lentamente al mare. Il tempo è inoltre rallentato dalla velocità… tutti ricorderanno il paradosso dei due gemelli.
In generale, oggi sappiamo che le leggi della fisica sono simmetriche rispetto al tempo. Nessuna legge impone che il tempo deve per forza muoversi secondo una direzione che va dal passato, attraverso il presente, verso il futuro. Eppure, noi giornalmente sperimentiamo la freccia del tempo. Perché?
In effetti, ogni giorno noi sperimentiamo, nella nostra vita, una crescita del livello di disordine nell’ambiente, e questo perché, in Natura, le configurazioni disordinate sono di gran lunga più numerose di quelle che percepiamo ordinate, quindi sono più probabili… Noi siamo quindi portati ad associare, a tale crescita naturale del disordine percepito, ovvero all’aumento dell’entropia, una freccia del tempo.
Abbiamo tuttavia solo una visione approssimata della realtà.
Si pensi al mondo microscopico ed invisibile governato dalle leggi della fisica quantistica: il tutto appare come una danza indipendente di micro-eventi, senza una freccia preferenziale del tempo… a livello quantistico sono possibili persino degli eventi non-locali ed a-causali (dove un effetto può addirittura precede la causa).
Ma in fisica esiste un altro concetto, ancora più affascinante: il tempo immaginario.
Il tempo immaginario è una grandezza usata nella Relatività Ristretta e nella Meccanica Quantistica. Il Premio Nobel per la fisica R. Feynman ha usato il concetto di tempo immaginario per dare una sua nuova formulazione della Meccanica Quantistica.
Anche S. Hawking ha usato il tempo immaginario per la sua teoria sull’origine dell’Universo e sosteneva:
“Si potrebbe pensare che i numeri immaginari siano solo un gioco matematico che non ha nulla a che fare con il mondo reale… ma si scopre che un modello matematico che coinvolge il tempo immaginario prevede non solo effetti che abbiamo già osservato ma anche effetti che non siamo stati ancora in grado di misurare …”
Il tempo immaginario, in pratica, è un tempo che ci appare come una dimensione dello spazio.
Esempio: due istanti diversi, nel tempo immaginario, ci appaiono come due luoghi diversi. In tal senso la bilocazione potrebbe essere spiegata come un ingresso nella dimensione del tempo immaginario: la presenza contemporanea in due luoghi fisici in realtà è una presenza in due istanti diversi nella dimensione del tempo immaginario.
Inoltre, nel tempo immaginario, secondo la fisica moderna, la materia non è ancora materia ma si trova in uno stato intermedio virtuale, di potenzialità, di onde…
Forse era in questa “terra di mezzo” che Gustavo Rol poteva operare materializzazioni e trasmutare la materia (si ricordano i ben noti esperimenti con le carte).
Ecco allora che l’affermazione di Gustavo Rol sull’ingresso in quella dimensione nascosta dello spirito dove “tutto diventa possibile” potrebbero assumere il significato di un ingresso nella dimensione nascosta dello spazio-tempo immaginario della terra di mezzo.
L’ingresso nello spazio-tempo immaginario che avveniva attraverso il raggiungimento dello stato di “coscienza sublime”.
Lo stato della coscienza sublime, quindi, appare come uno stato espanso di coscienza, in perfetta armonia e complicità con l’ambiente, raggiungibile attraverso l’immaginazione attivata dalla “tremenda legge” (la quinta musicale, il verde, il calore).
Dunque, lo spazio-tempo immaginario è uno stato di coscienza sublime ?
È un campo di informazione quantistica che la fisica ci insegna essere non osservabile ?
Come dimenticare le parole del grande fisico John A. Wheeler:
“Lo spazio non esiste. Il tempo non esiste. Nessuna spiegazione dell’esistenza potrà mai sperare di diventare fondamentale, se non traduce tutta la fisica del continuo nel linguaggio dell’informazione”.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche David Bohm:
“Esiste un ordine implicito, nascosto nella profondità del cielo. Tutto ciò che noi crediamo sullo spazio e il tempo non è altro che un’immensa e perpetua allucinazione che ricopre la realtà con un velo opaco”.
Il mistero resta. Come diceva C. G. Jung:
“La scienza è l’arte del creare illusioni accettabili, che allo sciocco piacciono o dispiacciono ma che il saggio apprezza per la loro bellezza o ingegnosità, senza ignorare il fatto che esse sono umani veli e tendaggi che nascondono l’abissale oscurità dell’inconoscibile”.
Ing. Antonio GR Manzalini, PhD
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