Le Chiavi del Sapere. Come lo spirito influenza la materia

Lo spirito influenza la materia?

Lo spirito influenza la materia?

Non solo la influenza, ma la crea. La materia infatti è spirito “cristallizzato”.
Spirito e materia non sono due sostanze differenti ma «stati» differenti della Sostanza di cui ogni cosa è composta, la Sostanza universale.

Ponendo che il mondo fisico derivi dal mondo metafisico allo stesso modo in cui il ghiaccio deriva dall’acqua, come affermano i maestri spirituali di ogni tempo, esiste un principio in grado di spiegare le contraddizioni della fisiognomia, i successi e i fallimenti della medicina psicosomatica, i rapporti che legano il mondo fisico a quello metafisico?

La risposta è sì.

È il principio della Rispondenza della materia allo spirito e lo possiamo formulare così:

Lo spirito influenza la materia con una forza che è inversamente proporzionale alla densità della materia stessa.

Questo principio, inerente alla densità della materia e ai suoi tempi di reazione agli stimoli emanati dallo spirito, è la chiave di volta per una comprensione profonda dei rapporti fra fisica e metafisica.

Scoperto e analizzato da Pier Francesco Grasselli in tutte le sue sfaccettature nel volume Le Chiavi del Sapere, come lo spirito influenza la materia (Gruppo Macro Editore), questo principio rivoluziona la nostra comprensione globale della realtà, delle dinamiche che regolano la generazione e il mantenimento delle forme in questo universo.

«Il principio della Rispondenza della materia allo spirito ha implicazioni importanti nella comprensione dei meccanismi che regolano la formazione e il mantenimento del corpo fisico, nella sua estetica e nella sua fisiologia, nonché l’esperienza in senso lato, gli eventi che accadono in quello che, un po’ a torto e un po’ a ragione, viene chiamato il «mondo esteriore».

La fisica ha infatti la propria radice nella metafisica. Finora molti meccanismi non sono stati compresi e ciò per il semplice fatto che la scienza esclude dal proprio ambito quella parte spirituale della realtà che si sottrae all’esperimento in quanto è astratta e qualitativa e che tuttavia rappresenta il fondamento metafisico di quella parte della realtà che possiamo vedere e toccare.»

«Se il mondo fisico viene percepito come qualcosa di indipendente dal soggetto, è solamente a causa dell’inerzia e dell’apparente staticità delle sue forme, caratteristiche che ha assunto in conseguenza dell’elevato grado di densità della materia di cui è costituito.»

«Se il mondo materiale deriva dal mondo spirituale (psichico e archetipico) come il ghiaccio deriva dall’acqua (giacché la materia è una cristallizzazione dello spirito), le forme materiali del corpo dell’essere umano (fisiologia e fisionomia) e del mondo che lo circonda non possono che corrispondere al nostro essere spirituale (archetipico e psichico) e al nostro “mondo interiore”.»

«Lo spirito altera costantemente la materia, ma la materia oppone allo spirito una forza che è direttamente proporzionale alla sua densità e che si manifesta come inerzia, come ottusità, come lentezza della materia nell’assecondare lo spirito.»

Le Chiavi del Sapere è anche una sintesi della metafisica di varie culture e degli insegnamenti di moltissimi maestri spirituali, un trattato illuminante che fa luce su molti enigmi ancora insoluti dell’esoterismo. Scritto in modo semplice e spiritoso, il volume è arricchito dalle ironiche illustrazioni di Riccardo Passoli.

A seguire, un estratto dal volume Le Chiavi del Sapere:

Il mistico armeno Georges Ivanovič Gurdjieff sosteneva che tutto, dalle idee alle cose, e materia a diversi livelli di densità.

Rudolf Steiner affermava invece che tutto è spirito. Chi ha ragione?
In verità vi dico, hanno ragione entrambi.

La distinzione tra «materia» e «spirito» e relativa al nostro modo di pensare abituale. In realtà, «spirito» e «materia» sono solo stati differenti di un’unica sostanza che potremmo chiamare «Sostanza universale». Semplicemente, noi classifichiamo come «materiale» la «Sostanza universale» che rientra in un certo range di densità, e precisamente in quel range di densità che possiamo percepire con i nostri sensi corporei, e definiamo «immateriale» o «spirituale» la «Sostanza universale» che non rientra in quel range di densità.

Esiste un’unica «materia», che potremmo chiamare «Sostanza universale», di cui ogni cosa è costituita.

Quando diciamo «spirito» intendiamo quella sostanza nei suoi stati più astratti, qualitativi e rarefatti. Quando diciamo «materia» intendiamo quella sostanza nei suoi stati più concreti, quantitativi e densi.

Questa «Sostanza universale» di cui ogni essere è costituito non va dunque intesa in senso strettamente «atomistico» e «quantitativo», in quanto esso è solo uno dei suoi aspetti. La «Sostanza universale» va intesa anche in senso «idealistico» e «qualitativo», in quanto essa è qualitativa e quantitativa al tempo stesso: è spirito e materia, astrazione ed espressione, idea e forma.

Lo «spettro» della «densità» di questa «Sostanza universale» va considerato come il «ventaglio» delle sue possibilità di manifestazione a partire da stati prevalentemente qualitativi, cioè ideali e astratti, fino ad arrivare a stati prevalentemente quantitativi, cioè materiali e concreti.

Esso va considerato non solo come il dispiegarsi delle Sue possibilità da una densità bassa a una densità elevata, ma anche come il dispiegarsi delle sue possibilità dalla qualità alla quantità.

Da una parte dello «spettro» abbiamo dunque la «Sostanza universale» nei suoi stati più qualitativi, astratti e rarefatti; dall’altra abbiamo la «Sostanza universale» nei suoi stati più quantitativi, concreti e densi; in mezzo abbiamo la «Sostanza universale» nei suoi stati intermedi, quelli psichici, che nell’esotico linguaggio dell’esoterismo sono detti astrali.

Le funzioni astratte dapprima «si condensano» nella materia sottile del piano psichico (o astrale), dopodiché si condensano ulteriormente, diventando tangibili, nella materia densa del piano fisico.

Ora, se consideriamo la Manifestazione, la Creazione, allora dobbiamo considerare tutto lo spettro della «Sostanza universale» e non solo una parte di esso, il che è precisamente quello che fanno i materialisti. Essi ne considerano solo la parte strettamente quantitativa, materiale e tangibile, ritenendola indipendente e a sé stante.

I materialisti non tengono conto del fatto che la materia fisica è una «cristallizzazione» della più sottile materia psichica (né del fatto che la materia psichica è a sua volta una «cristallizzazione» delle funzioni o archetipi).

Ciò che chiamiamo «spirito» è dunque uno «stato» più qualitativo e rarefatto della «Sostanza universale» rispetto allo «stato» in cui essa si presenta sul piano fisico.

Ciò che chiamiamo «materia» è lo «stato» più quantitativo e denso della «Sostanza universale». È lo «stato» in cui la «Sostanza universale» si presenta nei nostri corpi fisici e in generale sul piano materiale e sensibile.

Ripeto, qual è l’errore dei materialisti?

È considerare questo «stato» o «grado di densità» della «Sostanza universale» come l’unico esistente, e affermare che nient’altro esiste.

I materialisti considerano solo la materia densa e il punto di vista della quantità. Questo modo di pensare è molto comune nell’«Età oscura». Non a caso, René Guénon diceva che viviamo nel «Regno della Quantità», cui contrapponeva un idillico «Regno della Qualità».
Il corpo è quella parte di noi che è costituita di «Sostanza universale» allo «stato» denso. La psiche è quella parte di noi che è costituita di «Sostanza universale» in uno «stato» più sottile, ma non astratto. L’anima è quella parte di noi che è costituita di «Sostanza universale» nello «stato» astratto, che è anche quello qualitativo per eccellenza.

La psiche è una cristallizzazione dell’anima.

Il corpo fisico è una cristallizzazione della psiche.

Il grande errore della nostra epoca è affermare che non esiste altro fuorché la materia, fuorché quello «stato» della «Sostanza universale» che si può «toccare con mano», solo perché gli altri «stati» non possono essere percepiti allo stesso modo.

La scienza si è sempre occupata prevalentemente delle leggi che vigono entro il range di densità della «Sostanza universale» che chiamiamo «materiale» e nel quale esistono i nostri corpi fisici, ma quelle leggi sono solo le leggi della densità, anzi di un certo grado di densità, e così è ben poco quello che la scienza conosce della realtà, «benché sen creda esser maestra e dotta» per citare Boccaccio.

Quindi, prima di tutto dobbiamo allargare i nostri orizzonti fino a comprendere per intero lo spettro della Manifestazione, dalla qualità alla quantità.

Ricapitolando: spirito e materia, qualità e quantità sono differenti gradi di densità di questa «Sostanza universale» che in certe «zone» dell’Essere rimane rarefatta e in certi altre «zone» dell’Essere si cristallizza, divenendo solida e tangibile. Così si sono formate le «parti dure» (cioè materiali) e le «parti molli» (cioè spirituali) della Creazione.
Coscienza e realtà «esteriore» sono solo differenti gradi di densità di questa «Sostanza universale».

(Dal volume Le Chiavi del Sapere, come lo spirito influenza la materia Gruppo Macro, 2022.)

Massimo Dallaglio


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